La Via Francigena del Sud attraversa Minturno

In visita a Minturnae
In visita a Minturnae

Ho avuto la fortuna di accompagnare per il tratto minturnese della Via Francigena Meridionale un gruppo di pellegrini, diretti da Benevento a Roma, facente capo ai volontari dall’associazione “Gruppo dei Dodici”, organizzazione impegnata nella valorizzazione della Via Francigena del Sud. Il suo referente, mio amico, mi ha gentilmente invitato, e ho voluto cogliere al volo questa opportunità.

E’ vero, non mi piacciono le vie asfaltate (e gran parte del percorso era su strada asfaltata); non erano previste salite su vette (gran parte del percorso era pianeggiante); si trattava anche di attraversare zone poco piacevoli o affollate (altro che vette!). E allora, come mai ho partecipato? Come mai conservo ancora mentre scrivo, dopo alcuni giorni dalla camminata, questa sensazione di calore umano e di piacevolezza?

Camminare ha per me una enorme valenza filosofica e spirituale, ed in quest’ottica interpreto un pellegrinaggio a tappe così impegnativo come questo intrapreso dal Gruppo dei Dodici, da Benevento a Roma lungo la Regina Viarum (c’è stato anche chi è partito da Bari, in realtà). Questi aspetti sono per me sempre presenti ad ogni escursione, in cui cerco di capire cosa mi potranno regalare i paesaggi che percorrerò, le persone che incontrerò, i profumi che sentirò. Non è necessario essere credente o osservante per camminare insieme ad altri: nessuna persona civile caccia via un compagno di viaggio, un compagno di escursione! E infatti il gruppo mi ha accolto come se fossi uno di loro: persone dall’Italia, dall’Inghilterra, dalla Francia, dalla Scozia, dalla Norvegia, dal Minnesota, dal New Mexico, che percorrevano la strada e il sentiero per Roma.

Lungo il Garigliano
Lungo il Garigliano

La tappa è iniziata dalla città romana (e pre-romana) di Minturnae, sulle rive del Garigliano. Antica città cinta da mura megalitiche, poi ribelle a Roma, poi colonia romana con florido porto fluviale, tutti i presenti hanno ammirato con interesse e meraviglia ciò che oggi è visitabile di questo antichissimo centro.

Quindi, il ponte borbonico, il primo mai eretto in Europa ad un’unica campata. E il Garigliano, fiume fatale per l’Italia. Varie epoche storiche che si accavallano in così poco spazio: e ci si trova a parlare di Annibale, del Vallo di Adriano, di Scipione l’Africano e di Alessandro Magno, di Cavour e di Ferdinando di Borbone. Mentre si percorre un bel lungofiume che potrebbe essere molto più bello, si incrociano i poveri e dimenticati resti del tempio dell’antica dea silvestre Marica, la madre della città aurunca di Minturnae, una variante della divinità femminile per eccellenza, quella Diana ridotta oggi a semplice dea della caccia dalla sensibilità comune.

Poi, la foce del Garigliano e Pantano Arenile, il “buco nero” di Minturno, zona degradata e mezza dimenticata. Il “caso” ha voluto che la compagnia decidesse proprio in quel tratto di osservare venti minuti di silenzio, come forma di meditazione: forse è stato questo che mi ha portato a usare molto di più i miei sensi, e a rendermi conto della bellezza che, comunque, c’è ancora su quella vecchia duna martoriata, nonostante tutto, nonostante tutti. I profumi della primavera sono prepotenti; il suono del mare, reso quasi invisibile da steccati e staccionate, forte e chiaro; le stesse persone che ci osservavano curiose, domandandosi chi fossimo, con quelle bandiere e così silenti.

Gruppo sulla Torre di Scauri
Gruppo sulla Torre di Scauri

Abbiamo bypassato il Monte d’Argento e ci siamo immessi, di nuovo chiacchieroni loquaci, nella folla del lungomare di Scauri. Per tornare subito dopo nel silenzio; quello della natura del Parco di Gianola: abbiamo dapprima effettuato la salita alla Torre di Scauri, per immetterci successivamente in un sentiero che non conoscevo, immerso in una vegetazione fittissima e bellissima; e poi, radure, fiori, nuovi profumi. Attraverso la sughereta, siamo sbucati all’ecopoint del Parco, per dirigerci al “Porticciolo Romano” e alla Villa di Mamurra, percorrendo la scogliera.

La mia piccola partecipazione alla Via Francigena è terminata qui; salutare i miei “compagni di viaggio” è stato bello e malinconico allo stesso tempo. Persone che non conoscevo, di cui ora non ricordo neanche tutti i nomi, ma che mi hanno regalato 15 km pieni di calma, di rispetto, di simpatia.

Buon Cammino!

 

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